martedì 7 giugno 2011

Referendum: un voto per la democrazia

Io sono un elettore che fa sempre il suo dovere”, è una frase che qualsiasi cittadino, dovrebbe dire. Trovo molto importante che queste parole siano state pronunziate ieri, a meno di una settimana dall’apertura dei seggi per le votazioni dei referendum, dalla persona che più di tutti rappresenta gli italiani, Giorgio Napolitano. Anche la nostra Costituzione ce lo ricorda nel suo primo articolo:
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Il referendum è proprio una delle modalità indicate dalla Costituzione come forma per esercitare la sovranità popolare. Troppo spesso siamo portati a pensare di essere chiamati ad esercitare il nostro dovere di cittadini solo andando a votare per le elezioni. L’astensionismo, un fenomeno in crescita negli ultimi anni dimostra la disaffezione degli elettori verso un mondo dal quale si sentono lontani. Ebbene, votare al referendum è proprio un modo per dire “Noi siamo qui, siamo attenti a quello che fate, dovete rappresentarci ma la sovranità appartiene a noi!”. Ognuno di noi deve dire la sua su temi importanti come acqua pubblica, nucleare e legittimo impedimento.



A mio parere ci sono tre ostacoli a questo referendum, il primo è il quorum, come ad ogni referendum per essere valido deve votare la metà più uno degli aventi diritto; il secondo è la scarsa informazione data dalla televisione; il terzo è il tentativo del governo di mettere i bastoni fra le ruote al voto (a inizio legislatura il consiglio dei ministri ha varato un piano nucleare, i primi giorni dopo Fukushima continuava a dire che si andava avanti nonostante tutto; successivamente dichiarava che si facevano le centrali solo con il consenso dei governatori regionali. Poche settimane fa il Parlamento ha approvato col voto di fiducia il decreto “omnibus” in cui era presente una moratoria sul nucleare sperando che la Cassazione dichiarasse l’annullamento del quesito referendario, cosa che non è avvenuta. Infine il governo ha sollevato il conflitto d’attribuzione alla Corte Costituzionale sperando che questa annullasse la pronunzia dei colleghi della Corte di Cassazione.) sul quesito più scottante e di attualità, il nucleare. Poche ore sapremo se la consulta, guidata dal suo nuovo presidente Alfonso Quaranta, (da ieri è il nuovo presidente della corte costituzionale. 75 anni, napoletano è vicino al centro destra ma determinato a mantenere l’imparzialità della Corte. Ieri ha dichiarato, rispondendo a una domanda di un giornalista se fosse possibile che domani la Corte Costituzionale bloccasse il quesito referendario sul nucleare, “personalmente ritengo di no”. È solo una opinione personale, come egli stesso ammette, tra qualche ora avremo la risposta definitiva della Consulta. ) dirà l’ultima parola sulla presenza o meno del quesito al referendum di Domenica e Lunedì prossimo. Al di là della posizione dei partiti (: l’italia dei valori è stata in prima linea sia per raccogliere le firme, che nella campagna di promozione sul referendum, come sinistra ecologia e libertà è per i quattro si; il partito democratico era molto diffidente quando l’idv raccoglieva le firme ma, soprattutto dopo la vittoria alle ultime amministrative si è attivata nella campagna per i quattro sì. Il terzo polo invita i propri elettori a votare ma non da indicazioni su come votare. Nemmeno il popolo della libertà da indicazioni sul voto, la destra, il partito di Storace, invita ad andare a votare ma rifiutare la scheda sul legittimo impedimento, la lega nord, o almeno la sua base dovrebbero essere contrari al nucleare, favorevoli all’acqua pubblica e contrari all’impunità dei parlamentari. I temi dunque sono trasversali all’asse destra-sinistra come direbbero i politologi, dunque i partiti, soprattutto quelli del centro sinistra, fanno di tutto per minimizzare l’importanza politica del risultato referendario e portare a votare quante più persone possibili, indifferentemente dal colore politico.) è importante che tutta la società civile vada a votare il 12 e il 13 Giugno perché non è solo un dovere ma anche un diritto che ci rende degni della democrazia tanto desiderata dai giovani di Tunisia, Egitto, Siria, Yemen e di tutti quei paesi in cui le persone muoiono per essa.

Se non siete ancora informati sui contenuti dei quesiti referendari, se ne volete sapere di più e se volete confrontarvi con altre persone l’invito è per Giovedì 9 alle 18,00 al palazzo della provincia di Ragusa per “referendINFO”. Vi aspettiamo numerosi!
Nicoletta Di Noto

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